Il toponimo "Gairo", di derivazione greca, significa "terra che scorre", con riferimento alla precaria condizione idro-geologica che interessa parte del territorio gairese. Il suo nome appare per la prima volta in un documento ufficiale del 1217; nel 1316 il paese risultava ufficialmente censito da Pisa per le imposte. Nel 1951 un'alluvione comportò il trasferimento nell'attuale centro abitato.Il territorio conserva numerose tracce dell'era prenuragica (2500-800 a.C.), con le domus de janas di Scalarrana, e dell'epoca nuragica (800-238 a.C.), nei villaggi di Is Tostoinus e di Perdu Isu. Numerose anche le testimonianze di età romana: monete, anfore... Lungo il corso del Flumendosa o dei torrenti che solcano il suo territorio è possibile dilettarsi con la pesca di trote o anguille , mentre nell'incantevole litorale si possono trovare dentici, spigole, orate, molluschi e crostacei. Dalla zona montana è possibile partire per innumerevoli itinerari naturalistici e archeologici che si snodano tra boschi ancora vergini e una fauna ricchissima: da Tarquisara, raggiungendo la valle e il laghetto di Genna Orruali, si può visitare la zona archeologica, quella dei Tacchi calcarei e il monumento naturale di Perda 'e Liana, raggiungibile sia da Gairo Tarquisara che dalla strada atatale 198, all'altezza della cantoniera di Sercerei.Partendo da Baccu 'e Praidas verso Marina di Gairo, Su Sirboni, Cala 'e Luas e, infine, Coccorrocci, troviamo spiagge incantevoli e incontaminate e acque cristalline. La gastronomia è caratterizzata da dolci tipici, prighittus e amaretti, e rinomati vini locali.
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